Day Life: quando un cavallo indica la strada
Quando ho incontrato Day Life era poco più che una puledra che aveva appena fatto le prove di qualifica per le corse al trotto. Tommy, il suo allenatore, un pomeriggio mi vide mentre mi aggiravo tra i box della sua scuderia che allora si trovava all’interno del comprensorio dell’ex-Unire e mi disse: “Da domani ho bisogno di te in scuderia per pulire i cavalli, ti aspetto alle 7.00, non mancare”. Niente altro.
Io lavoravo nel laboratorio antidoping e non avevo molte occasioni di stare con i cavalli quindi accettai molto volentieri il suo invito. La mattina dopo mi presentai puntuale ai box e Tommy mi portò da una cavalla, “Questa è Day Life, inizia con lei”. La cavalla era ai due venti nello spazio dedicato al grooming in preparazione della vestizione prima dell’allenamento in pista. Brusca, striglia, nettapiedi… ma io cominciai ad accarezzarla. Ne ero irrimediabilmente attratta: il manto baio oscuro, il pelo morbido, quel profumo di cavallo irresistibile che mi spinse ad affondare il viso sul suo collo e a respirare profondamente, inebriandomi. Con una mano usavo la brusca, ma accompagnavo il gesto della spazzolatura con l’altra, un po' trasognata.
In seguito a questo, Day Life iniziò a rilassarsi: si voltò lentamente verso di me, abbassò la testa, si scaldò, mise uno dei posteriori in posizione di riposo, sbuffò, sbadigliò, e i suoi occhi si socchiusero ripetutamente. Io mi sentii avvolta in una nuvola di calore e provai un senso di accoglienza profondo. In quel momento particolarmente difficile della mia vita era quello di cui avevo più bisogno.
Finita la sessione di “grooming”, tornai a fatica al mio lavoro e mentre camminavo lungo il viale costeggiato di cedri del Libano che separava la scuderia dal laboratorio, riflettevo su quello che era successo tra me e la cavalla. La domanda che non mi abbandonava era: “Ma cosa succede attraverso il tocco delle mani che trasmette emozioni reciproche così profonde?”
Iniziai a fare ricerche sulle diverse pratiche olistiche che utilizzano le mani come strumento di cura e fu così che la riflessologia incrociò il mio cammino. A quel tempo, era l’inizio degli anni 2000, non si parlava ancora dell’applicazione di queste pratiche sugli animali e non c’erano scuole dedicate. Iniziai comunque il mio percorso di studio in riflessologia plantare per gli umani, ma con la ferma intenzione di trasferire quanto avrei appreso sui cavalli. Intanto la mia ricerca su scuole di riflessologia per animali continuava e finalmente trovai un istituto di riflessologia plantare che faceva anche un corso di riflessologia applicata agli animali. Nonostante fosse dall’altra parte del mondo, per la precisione a Vancouver, in Canada, fu una grande gioia per me perché qualcun altro aveva fatto il mio stesso pensiero: si possono trattare con la riflessologia anche i cavalli!
Purtroppo, le mappe dei riflessi che erano state redatte dalla scuola facevano riferimento solo alle zone che si trovano sulle zampe dei cani e dei gatti. Per i cavalli ci fu soltanto l’osservazione sul campo. Così, una volta tornata a casa ho iniziato a praticare sui cavalli che avevo a disposizione e, con il tempo e per tentativi ed errori, ho definito le mappe dei riflessi per gli equidi. Da allora pratico la riflessologia su cavalli provenienti da tante situazioni diverse con risultati a volte sorprendenti sul loro recupero fisico ed emotivo.
Negli anni, anche grazie ad una lunga esperienza che ho fatto insegnando la riflessologia sui cavalli a persone con disagio sociale che non avevano né conoscenza della tecnica né dei cavalli, ho capito quanto fosse importante questa pratica anche per la cura dell’animo umano. Solamente imparare dove sono le zone riflesse e stimolarle con l’uso consapevole del movimento “a lombrico” - tipico della tecnica - crea una relazione di cura reciproca durevole nel tempo, che rafforza il legame con l’animale e permette di accedere a dimensioni emotive ed affettive che altrimenti rimarrebbero inascoltate.
Day Life, meravigliosa trottatrice, ha cambiato il corso della mia vita regalandomi l’opportunità di conoscere la riflessologia. Prendendomi cura di lei attraverso la pratica della riflessologia, con le sue risposte ha curato le mie profonde ferite. Da allora, il mio intento e desiderio è di restituire quanto ho ricevuto, trattando con la riflessologia cavalli che hanno bisogno di recuperare il loro equilibrio psicofisico e diffondendo questa straordinaria ed affascinante tecnica insegnandola come strumento di cura per la relazione tra l’umano e il suo cavallo.






















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